Alluce rigido: cause e sintomi

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Introduzione all’alluce rigido

Alluce rigido” è un termine coniato nel 1887 da Cotterill per descrivere un’affezione degenerativa e progressiva dell’articolazione metatarso-falangea dell’alluce, in cui i sintomi principali erano costituiti dalla perdita di movimento articolare e dal dolore.

Da allora questo termine è rimasto di uso comune per descrivere tale sindrome legata alla degenerazione articolare della prima articolazione metatarso falangea, che rappresenta la causa più frequente di artrosi a livello del piede, presente nel 2,5% della popolazione sopra i cinquant’anni.

Quali sono le cause dell’alluce rigido?

Differenti meccanismi eziologici sono coinvolti nel suo sviluppo, e l’anamnesi clinica e gli esami radiologici sono indispensabili per condurre alla sua precisa diagnosi e poter stabilire l’esatto stadio evolutivo con la finalità di instaurare un trattamento adeguato per ogni specifico caso.

L’alluce rigido primario

Così come in altri distretti, nella maggior parte dei casi di alluce rigido l’artrosi è primaria, ovvero non ne conosciamo le cause esatte, sebbene siano stati presi in considerazione e descritti molti fattori predisponenti.

L’argomento più dibattuto è il primo metatarso elevato come possibile causa scatenante.

L’elevazione del primo metatarso rispetto ai metatarsi laterali (B), costante in tale tipo di affezione, crea infatti un’incongruenza a livello articolare ostacolando lo scorrimento della falange sulla testa metatarsale e generando un conflitto nella porzione supero-dorsale dell’articolazione che è causa di usura cartilaginea e produzione di osteofiti.

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Non è chiaro però se il primo metatarso elevato sia una conseguenza o se sia la causa iniziale di tale patologia, considerando soprattutto che l’elevazione del primo metatarso rispetto ai metatarsi minori è presente in quasi due terzi dei piedi completamente normali e asintomatici, e potrebbe essere secondario a un aumento di ampiezza della testa metatarsale o conseguenza della retrazione della fascia plantare.

Un ruolo sicuramente fondamentale nella patogenesi dell’alluce rigido è rappresentato dalla retrazione dei tessuti molli plantari – in particolare dei muscoli intrinseci e della fascia plantare, specie della sua banda mediale – e dalla fibrosi del flessore lungo dell’alluce alla sua giunzione miotendinea dietro al malleolo interno.

La retrazione di tali strutture vincola l’alluce in flessione, spostando in basso il centro di rotazione dell’articolazione metatarso falangea e creando così un conflitto tra la porzione dorsale della falange e la metà dorsale della prima testa metatarsale, che alla lunga si manifesta con erosione della cartilagine articolare e produzione di osteofiti.

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Tale retrazione può essere rilevata anche in assenza di dolore e degenerazione artrosica nel cosiddetto alluce rigido funzionale, in cui l’accorciamento del sistema achilleo-calcaneo-plantare ostacola l’estensione dell’alluce. L’alluce rigido funzionale può essere diagnosticato flettendo dorsalmente la caviglia e il primo metatarso con una mano, in modo da mettere in tensione le strutture tendinee plantari, ed estendendo contemporaneamente l’alluce con l’altra, in modo da apprezzare l’eventuale limitazione articolare.

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Anche altri fattori strutturali o biomeccanici possono predisporre allo sviluppo dell’alluce rigido.

La forma piatta o a V della testa metatarsale sono tipici dell’alluce rigido e comportano maggior incongruenza articolare della prima metatarso-falangea.

Così pure l’eccessiva lunghezza del primo metatarso (index plus) può portare a un incremento della pressione articolare e quindi a un successivo sviluppo di artrosi, in particolare se associato a una formula digitale di tipo egizio, in cui l’alluce è più lungo delle altre dita.

L’alluce rigido secondario

Tra le forme di alluce rigido secondarie, invece, la causa più frequente è rappresentata dai traumi che sono causa di danneggiamento cartilagineo da impatto diretto, e soprattutto dai microtraumi, legati a meccanismi di iperestensione e iperflessione che generano anomale forze compressive (si pensi ad esempio ad alcune discipline come la danza classica).

Anche le cause infiammatorie come artrite reumatoide e artrite siero negative, così come le malattie metaboliche tra cui la gotta, possono causare un coinvolgimento articolare che sviluppa secondariamente un alluce rigido.

L’osteocondrite dissecante può essere causa di alluce rigido, quando si manifesta sulla superficie convessa dell’articolazione metatarsale per la convergenza di forze di impatto.

Quali sono i sintomi dell’alluce rigido?

Le tre componenti che caratterizzano la sintomatologia dell’alluce rigido sono:

  • dolore;
  • tumefazione periarticolare;
  • diminuzione della dorsiflessione dell’alluce.

Inizialmente il dolore è avvertito solamente ai gradi estremi di escursione articolare, così come la limitazione del movimento inizialmente non viene avvertita dal paziente ma viene rilevata dall’esaminatore alla flessione dorsale passiva dell’alluce rispetto al piede controlaterale.

Sempre nella fase iniziale, il dolore viene avvertito solamente camminando sulle punte o durante la corsa e l’attività sportiva.

Con l’evoluzione della degenerazione artrosica il dolore si manifesta anche durante la deambulazione, compare un aumento di volume della zona articolare legata alla produzione di osteofiti dorsali, i quali portano a una progressiva riduzione dell’articolazione fino all’anchilosi dolorosa.

L’alluce rigido influenza anche il modo di camminare. La mancata flessione dorsale dell’alluce obbliga infatti il paziente a ruotare esternamente il piede per terminare il passo sovraccaricando i metatarsi esterni con possibile comparsa di metatarsalgia e neuroma di Morton, che spesso si associano all’alluce rigido.

A livello dell’alluce, inoltre, noteremo per compenso l’iperestensione dell’articolazione interfalangea con comparsa di un callo plantare al di sotto di tale articolazione.

Infine, l’attrito degli osteofiti dorsali contro la scarpa è spesso responsabile di una borsite permanente con arrossamento cutaneo e possibile presenza di nevriti per il coinvolgimento del nervo cutaneo dorsale.

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