MORBO DI HAGLUND
MORBO DI HAGLUND: DI COSA SI TRATTA
MORBO DI HAGLUND: SINTOMI
Arrossamento cutaneo , dolore e tumefazione in corrispondenza della prominenza ossea sono i sintomi tipici di tale affezione.
Tali disturbi si manifestano prima saltuariamente solo con l’attivita’ sportiva o con l’uso di calzature con contrafforte stretto e rigido, poi tendono a cronicizzare assumendo un carattere permanente.
Quando l’infiammazione coinvolge anche la borsa retrocalcaneare la sintomatologia diventa acuta ed ingravescente fino a limitare anche la semplice deambulazione.
MORBO DI HAGLUND: DIAGNOSI
Un esame clinico particolarmente dettagliato e minuzioso del retropiede e’ fondamentale per una diagnosi corretta alla quale far seguire un piano terapeutico adeguato.
In pochi centimetri quadrati possono manifestarsi o coesistere infatti diverse patologie responsabili della sintomatologia, e solo l’esperienza dello specialista sara’ in grado di differenziare l’una dall’altra confrontando l’esame clinico alle immagini strumentali, prima fra tutti la radiografia che dovra’ evidenziare oltre alla morfologia del calcagno la possibile presenza di calcificazioni intratendinee.
La diagnosi differenziale del morbo di haglund e’ infatti fondamentale per la corretta condotta terapeutica e andra’ posta con la
- Tendinopatia inserzionale calcifica del tendine d’Achille
- Esostosi posterolaterale
- Tenosinovite del flessore dell’alluce
- Sindrome da impingment posteriore della caviglia
- Os trigonum ipertrofico
- Artrosi della sottoastragalica
- Tendinopatia degenerativa non inserzionale del tendine d’Achille
Trattare chirurgicamente il paziente per morbo di Haglund regolarizzando l’esostosi calcaneare quando i disturbi sono dovuti alla tendinopatia calcifica dell’Achilleo e’ un errore assolutamente da evitare ma al quale purtroppo capita ancora spesso di assistere.
TRATTAMENTO DEL MORBO DI HAGLUND
Il trattamento conservativo e’ doveroso in fase iniziale ma solitamente scarsamente efficace.
Consiste nel
- Modificare le calzature utilizzate ricorrendo a scarpe con il contrafforte piu’ ampio e imbottito
- Stretching del tendine d’achille per stimolare la produzione di fibre elastiche
- Uso di creme cortisoniche e antinfiammatori
- Onde d’urto e Laser terapia
- Personalmente il trattamento conservativo che riteniamo piu’ efficace consiste nell ’infiltrazione di acido ialuronico, allo scopo di lubrificare e nutrire le strutture tendinee e la borsa sierosa coinvolte nel processo infiammatorio.
Iniettiamo il farmaco solo dopo completa anestesia del retropiede, per evitare dolore al paziente. Ripetiamo settimanalmente tale infiltrazione solitamente per sole tre volte, fino a due volte l’anno.
Nei pazienti che non rispondono alle terapie conservative e’ indicato il
TRATTAMENTO CHIRUGICO
Scopo del Trattamento e’ quello di regolarizzare il profilo postero superiore del calcagno , smussandolo in modo che non vada piu’ in conflitto con le strutture tendinee , procedendo inoltre all’ asportazione della borsa retrocalcaneare infiammata ed ipertrofica.
Personalmente eseguiamo l’intervento nel modo meno invasivo possibile , attraverso un piccolo accesso mediale , che ci consente di resecare l’esostosi senza distaccare il tendine d’Achille dalla propria inserzione calcaneare.
Questo consente di accorciare i tempi di recupero, consistenti nella deambulazione con un tutore a gambaletto e carico parziale con bastoni per sole due settimane.
Quando invece coesistono delle calcificazioni intratendinee si dovra’ procedere alla regolarizzazione di tutto il profilo posteriore del calcagno.
In tal caso dovremo disinserire il tendine d’Achille e riancorarlo nuovamente con delle ancorette o con un sistema di viti ad interferenza.
I tempi di recupero pertanto saliranno, saranno necessari un mese di immobilizzazione con gambaletto e lo scarico parziale con bastoni per due settimane.
Seguira’ un mese di riabilitazione e generalmente dopo due mesi si tornera’ a camminare senza problemi , mentre dopo tre mesi e mezzo si potra’ tornare all’attivita’ sportiva.